Mi sono reso conto di essere un po’ nerd quando ho realizzato di essermi incantato per 10 minuti di fronte all’immagine sopra riportata, parte della ricerca ASAP “Nuove Competenze per la Digital Servitization” (Paschou, Rapaccini, Adrodegari) anticipata in un articolo di CorCom.
L’immagine rappresenta le hard e soft skills che un (bravo) Innovation Manager deve (o dovrebbe) possedere.
Mai come in questi giorni la Job Description Innovation Manager è diventata sexy e diffusa.
Il decreto attuativo dell’articolo 1, commi 228, 230, 231, della L. 145/2018 (c.d. Legge di Bilancio 2019), riferito al Voucher dedicato alle Aziende PMI che ingaggiano un Innovation Manager, ha definitivamente scosso la pianta.
Un po’ come è successo con la Manovra Industria 4.0.
Dal lontano settembre 2016, continuare a parlare di Industry 4.0 (soprattutto di iper-ammortamento) ha fatto si che le Aziende si sono accorte che DEVONO innovarsi e trasformarsi (digitalmente) per rimanere competitive.
Da un iniziale interesse focalizzato quasi unicamente alla finanza agevolata (l’iper-ammortamento al 250% comporta un risparmio pari a circa il 35% del valore del bene), le PMI hanno iniziato a guardare i contenuti tecnologici della Manovra e come le tecnologie abilitanti, acquistate grazie al Piano Nazionale Impresa 4.0 e opportunamente installate, connesse e configurate, abbiano iniziato a modificare (digitalizzare) i processi di produzione e l’organizzazione interna.
Insomma, le realtà del settore manifatturiero (prima le large enterprise poi le PMI) si sono trovate immerse nel Percorso di Trasformazione Digitale e hanno iniziato a coglierne i benefici.
Il re-naming Impresa 4.0 ha fatto si che questo entusiasmo iniziasse a trainare anche gli altri settori merceologici.
Jeremy Rifkin ci insegna che le Aziende di qualsiasi settore, di qualsiasi dimensione, con qualsiasi storia devono intraprendere il percorso di Trasformazione Digitale per rimanere competitive.
Infatti, nella mia esperienza da Innovation Manager nell’Innovation Hub ComoNExT, ho constatato che, dalla seconda metà del 2018, molte realtà PMI si sono avvicinate all’idea che devono intraprendere un percorso di trasformazione che:
- Internamente ridisegni i propri processi interni e la propria organizzazione, permetta l’innalzamento dell’e-skill delle persone interne e introduca tecnologie che abilitino l’innovazione;
- Esternamente definisca e digitalizzi le relazioni che sostengono un nuovo ecosistema di partner, clienti e fornitori al fine di realizzare un nuovo modello di business con nuovi prodotti e servizi, anche distanti dal core business iniziale.
In queste 6 righe è riassunta la complessità del percorso di Trasformazione Digitale che deve essere gestito da un (Innovation) manager (sicuramente senior) che, a mio avviso e sempre per mia esperienza, dovrebbe possedere una giusta combinazione delle seguenti hard e soft skill:
- Avere una forte leadership (Soft Skill)
- Deve saper lavorare in team (Soft Skill)
- Deve saper modellizzare e sviluppare un business (Soft Skill)
- Deve avere una forte inclinazione al Problem Solving e al Pensiero Laterale (Soft Skill)
- Deve avere uno spiccata empatia e quindi essere dentro la relazione (Soft Skill)
- Deve aver gestito, in qualità di Project Manager, progetti importanti e complessi (Hard Skill)
- Deve avere una formazione tecnica e tecnologica orientata al digitale e ai processi (Hard Skill)
- Deve essere innovativo: curioso nella conoscenza e nell’applicazione delle nuove tecnologie (Hard Skill)
Ogni Azienda può intraprendere percorsi di Trasformazione Digitale di differenti profondità e complessità.
Molto dipende dalla maturità digitale dell’Azienda, dalla sua propensione all’innovazione, dalla dimensione, …
Per alcune realtà la Trasformazione Digitale consiste semplicemente nell’introdurre alcuni strumenti digitali nei processi interni (ERP, MRP, MES, PLM, …).
Per altre, passare da prodotto a servizio (servitizzazione): il famoso esempio dell’azienda che produce ascensori e si trova a proporre il servizio di elevazione.
Per altre ancora potrebbe consistere nella digitalizzazione con blockchain di un’intera filiera per arrivare alla tracciabilità e autenticità del proprio prodotto.
Il percorso di Trasformazione Digitale, se complesso, deve essere governato da un (innovation) manager, esterno all’organizzazione, che abbia una giusta combinazione delle caratteristiche sopra descritte.
Come si evince da questo articolo, i requisiti dell’Innovation Manager sono in via di definizione da parte del MISE.
Si comporranno degli Albi di Innovation Manager, dai quali le Aziende interessate potranno selezionare il professionista o la società di consulenza più indicata per il proprio percorso di Trasformazione Digitale.
ComoNExT, essendo incubatore certificato MISE, già risponde ai requisiti indicati nel Decreto attuativo.
Sempre nell’articolo allegato è riportato il perimetro di applicazione e accesso al voucher (lo strumento di finanza agevolata introdotto nell’articolo 1 della Legge di Bilancio).
Un mio consiglio personale rivolto a chi dovrà selezionare il proprio Innovation Manager dagli albi, magari visualizzando solamente il curriculum vitae.
Oltre alle esperienze lavorative (Project Manager, Product Manager, Temporary Manager, Business Developer, …), ponete attenzione a quanto lo Sport sia stato una componente nella formazione del professionista che state selezionando.
Sport di squadra e, magari, che il candidato abbia ricoperto ruoli da allenatore e/o arbitro nella disciplina praticata da atleta.
Concludo aggiungendo due riflessioni sulla Pallavolo, evidenziando come, tra tutti gli sport di squadra, sia quello più completo e formativo.
Raggiungere gli Obiettivi: Nella pallavolo sei tu che devi arrivare a 25 punti nel set e devi vincere almeno 3 set; nel calcio, regolato dal tempo, puoi vincere con un solo goal magari siglato al 90’ (anche non meritandolo …) o a inizio partita (poi melina …).
Nel volley, il tuo micro-obiettivo è la singola palla: la tua concentrazione è focalizzata sulla singola azione (brevissimo periodo), quindi sulla fase intermedia (set, medio periodo) e, infine, sul progetto complessivo (partita al meglio dei 5 set).
Lavorare in Gruppo: la pallavolo è lo sport con la palla con più alta densità di atleti per metro quadrato; forzatamente il pallone può essere toccato una volta sola per atleta: da regolamento ti devi affidare al compagno per il raggiungimento dell’obiettivo (group collaboration by design).
Da questo discende la specializzazione dei ruoli (gestione dei talenti), la definizione degli schemi di gioco (processi) e l’alta variabilità di applicazione degli stessi, la velocità nella decisione (un’azione dura mediamente 1,5 secondi) …
#InnovationManager e #Pallavolo