Mi sono sempre chiesto, come cittadino diciamo “interessato alla materia”, quale programma elettorale sentirei più vicino alle mie corde; innanzitutto, quali temi?
Incrociando le norme del Decreto Sviluppo 2.0, le indicazioni dell’Agenda Digitale e i temi affrontati dal progetto SmartCities, direi che viene fuori un bell’elenco ricco di spunti attuali e digitali (!).
Tra le aree principali d’intervento del Decreto troviamo:
- Agenda Digitale
- Infrastrutture (telematiche)
Nell’Agenda Digitale troviamo:
E quindi arriviamo a:
- Agenda Digitale
- Identità Digitale
- PA Digitale
- Open Data
- Sanità Digitale
- Digital Divide
- Pagamenti Elettronici
- Giustizia Digitale
- Infrastrutture (telematiche)
Grazie al Decreto Sviluppo, arriveranno un monte di denari (per esempio 750 mio per le infrastrutture) per l’attuazione di nuovi progetti: fondamentale sarà l’indirizzo politico che deve essere forte e deciso su questi tre driver, per esempio sul Digital Divide:
- ottimizzazione di quello che esiste (implica il fatto che si sappia cosa c’è e si riesca a produrre un progetto con un impatto calcolato in bilancio, basato sul risparmio);
- collaborazione strategica con le realtà locali (marketing territoriale);
- ruolo trainante (project management per coordinare tanti attori) della Pubblica Amministrazione: stiamo parlando del Digitale come Bene Comune…
Allargando il respiro possiamo aggiungere queste idee al nostro programma:
- Scuola Digitale: Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via Internet in formato digitale
- Teledidattica ed e-Learning (didattica a distanza via Internet) anche di lezioni universitarie con accesso pubblico
- Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
- Rete: Scorporo della Rete
- Rete: Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
- TV: Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- TV: Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni (beauty contest)
- TV: Abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
- TV: Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- TV: Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti
- TV: Abolizione della legge Gasparri
- Giornali: Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
- Giornali: Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
- Giornali: Abolizione dell’Ordine dei giornalisti
- Editoria: Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato
- Editoria: Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni
- Editoria: Abolizione della legge Urbani sul copyright
- Editoria: Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali