Le dimissioni del prof. Dècina hanno avuto l’effetto dell’urlo “il re è nudo!”
L’editoriale del mio amico Raffaele Barberio evidenzia come un professionista competente e di grande esperienza e conoscenza del settore possa essere stritolato in un ambiente che non risponde “sempre” alle logiche che dovrebbero essere alla base di un’Autorità che ha l’obiettivo di garantire il pluralismo e la trasparenza nel mercato, ma prende “spesso” derive politiche e lobbistiche.
I dossier che sono sul tavolo dell’Autorità (dalle frequenze televisive ai prezzi del rame e della fibra nonché il diritto d’autore) sono delicati e coinvolgono interessi economici importanti contigui alle forze politiche oggi in campo (non sto neanche a fare degli esempi…).
Raffaele Barberio prosegue sostenendo giustamente che non sarà facile sostituirlo, anche se non sarà impossibile.
Il MoVimento 5 Stelle, come già dimostrato in mille altre occasioni, rifugge dalla consueta logica della ‘spartizione politica’ e chiede che il sostituto del prof. Decina sia “un nome che sia il frutto di una selezione basata su professionalità, competenza e trasparenza”.
Al momento della elezione nel giugno 2012, centrodestra, centro e centrosinistra si ripartirono i seggi: due al Pdl (Antonio Martusciello e Antonio Preto), uno al PD (Maurizio Dècina), uno all’UDC (Francesco Posteraro).
La nomina di questo consiglio AgCom risale a un’era la cui percezione è ben superiore ai soli 15 mesi che ci distanziano da essa.
Ora il M5S ha un peso politico importante e si può immaginare fattibile, NON di imporre un commissario del MoVimento, ma di affrontare la nomina con una logica trasparente, che arrivi dal basso, che sia basata su competenze e professionalità.
Potrà essere così?
Se così fosse, perché non candidarsi 😉