Le energie fossili sono una risorsa finita, nel senso che si esaurirà, presto o tardi ma si esaurirà.
Bisogna immediatamente capire come muoversi verso alternative rinnovabili (sole, vento, …) e come efficientare il “sistema energia”.
Entrambi temi da affrontare a livello Paese coerentemente a indicazioni europee.
Quale leva può essere utilizzata?
Sicuramente il carico fiscale: aumentare il carico fiscale sulle energie fossili e alleggerirlo sulle rinnovabili.
Tradotto: Agevolare fiscalmente l’introduzione di impianti basati su energia rinnovabile (es. fotovoltaico per condomini, geotermico per case isolate, eolico per piccoli agglomerati di case, …) e penalizzare fiscalmente gli impianti a energia fossile (il mio condominio ha ancora una caldaia a gasolio!).
L’Europa ha un ruolo fondamentale nella redazione delle indicazioni che poi devono essere recepite a livello Italia.
Questa azione non può andare da sola ma deve essere accompagnata dall’”efficientamento del sistema”.
La produzione di energia elettrica non deve essere più pensata centralizzata in grandi centrali di produzione per poi essere distribuita in rete agli utenti finali.
L’architettura deve essere distribuita, tanti piccoli/medi produttori che producono, consumano e mettono in rete l’eccedenza.
Affinchè questo accada la rete deve essere reingegnerizzata, deve diventare “smart grid”. Dove prendere i soldi?
Intanto il CIP6 deve essere indirizzato su queste misure e non sulla realizzazione di inceneritori (inquinanti, nocivi e NON sostenibili economicamente).
Immaginando poi un “piano industriale” (!), dobbiamo analizzare la “bolletta Italia”. L’Italia spende 10 miliardi / anno per l’energia. Cifra che può dire o non dire nulla.
Il dato fondamentale è che l’EFFICIENZA ENERGETICA è pari al 53%.
Cioè ci perdiamo per strada circa la metà dell’energia prodotta. Allora diamo l’obiettivo di tirare su di almeno 20 punti % l’efficienza.
Il risparmio ottenuto (circa 2 miliardi) vengono reinvestiti nella rete (primo elemento di scarsa efficienza), nella riqualificazione energetica degli edifici (altra causa di poca efficienza) e nel finanziamento dell’introduzione di energie rinnovabili (con limiti forzati sulla Cogenerazione).
In questa “rivoluzione” partiamo dal patrimonio immobiliare delle Pubbliche Amministrazioni e arriviamo al residenziale.
Questo “piano industriale energetico” è una risposta al mondo del lavoro: le piccole e medie imprese del settore energetico, alla luce di un piano nazionale di lungo periodo con supporto del Parlamento Europeo, investiranno in un settore che diventerà trainante per loro, non per le banche (!).
L’Europa ha un ruolo fondamentale in questo processo di pianificazione e regolamentazione. L’Italia si deve adeguare e reimpostare la propria posizione.
Il tema dell’Energia impatta sulla MOBILITA’, sul TRASPORTO PUBBLICO e PRIVATO. Sarà la prossima puntata. #IdeexEuropee
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