Il Mercato Consumer ha superato il Mercato Business: ciò implica che sempre più frequentemente le scelte aziendali sono condizionate da abitudini e strumenti personali.
L’acronimo #BYOD Bring Your Own Device fotografa benissimo questo driver del mercato ICT & TLC.
Sempre più frequentemente il device personale (Smartphone, Tablet, Laptop) è lo strumento che si usa in Azienda (frequentemente benefit aziendale) ma anche strumento con il quale si accede alle applicazioni della propria identità digitale (da Whatsapp ai Social Network).
Non a caso, peraltro ho citato “Smartphone, Tablet, Laptop”, tutti strumenti che lavorano in mobilità: sempre e ovunque connessi sono due driver di mercato riassunti nella parola #mobility.
L’informazione (la comunicazione) ci raggiunge sempre e non è più solamente in un’unica direzione (da uno a molti –senza memoria- come la TV o come il vecchio web con i siti “vetrina”); ora chiunque può contribuire costruendo la notizia, l’idea, l’opinione, il progetto.
In rete, cercando con un atteggiamento proattivo, trovo le informazioni aggregate per contenuto, aggregate per gruppi di persone competenti che hanno messo la propria professionalità a servizio della comunità.
La comunità è fatta di relazioni, è una rete di rapporti tra persone, tra aziende, tra pubbliche amministrazioni, che portano le proprie competenze e le proprie ricchezze.
La tecnologia ci è venuta dietro in questa evoluzione. I media sono diventati sociali e ripropongono le relazioni sociali. Offrono le “piazze virtuali” dove condividere informazioni, approfondire, decidere, tutto in maniera fluida, dove ognuno può dire la sua, ognuno può contribuire a costruire, a trasformare un’idea innovativa in progetto virtuoso.
Con la democratizzazione dell’uso delle tecnologie della comunicazione ogni giorno avvengono milioni di conversazioni che generano un patrimonio di dati che ci permettono di ripensare la governance di qualsiasi concetto/progetto. Gli utenti (siano essi appartenenti a un’Azienda o a una Pubblica Amministrazione) divengono, da fruitori, produttori di contenuti e di idee con possibili risparmi di risorse e maggior efficienza nelle soluzioni.
I media sociali costituiscono piattaforma abilitante a scardinare meccanismi sociali e di mercato.
I Social Network sono sbarcati in Azienda: sono nati le piattaforme Enterprise Social Network che hanno introdotto nuovi modi di vedere i processi aziendali sia comunicazione sia di decisione, ribaltando il paradigma a favore dell’orizzontalità delle decisioni, della trasparenza e dell’agilità.
Il digitale trasforma (#DigitalTransformation)i comportamenti sociali in tutti i settori (turismo, cibo, ambiente, automotive, …); favorisce l’accesso disintermediato ai contenuti nel B2B, nel B2C e nelle Pubbliche Amministrazioni. In ogni settore esiste un progetto peer to peer e la comunicazione/informazione dell’Azienda/Pubblica Amministrazione deve essere ripensata partendo da due nuovi assunti: le informazioni rilevanti possono essere raccolte attraverso l’uso dei media sociali e il concept deve essere ridefinito alla luce dei dati e delle nuove possibili interazioni.
Soprattutto per le PMI, vero scheletro del mercato italiano.
E soprattutto nelle PMI il video è diventato una componente fondamentale della comunicazione: sia esso videoconferenza, videostreaming, videorecording, video-on-demand… Le PMI sono più dinamiche e più vicine alle indicazioni sociali.
Nelle PMI si è su soluzioni multipiattaforma, multicanale e personale: il concetto della Telepresence diventa Personal Telepresence (pay off di Vidyo).
L’utente è abituato a lavorare su Skype, su FaceTime, su Google HangOut o su altre soluzioni free mutuate dalla propria identità elettronica personale, nella quale il video gioca un ruolo importantissimo (Cisco dice che il 94% del traffico Internet sarà video). L’utente vuole ritrovare le stesse features in azienda e si aspetta che la sua azienda comunichi con il mondo in maniera aperta e smart.
La proposta streaming (YouTube, Ustream, …) è consolidata nei social media e si integra velocemente con la webconference (Google HangOut + streaming YouTube). In termini tecnici, il “webcast” e l’“on demand” (che implica lo storage) sono due strumenti comunicativi che iniziano a diventare interessanti anche in Azienda.
L’utente si vuole ritrovare le funzionalità che trova a casa su una piattaforma legacy (cioè professionale, sicura e dedicata alla sua Azienda) in ufficio, sia in modalità “on premise” sia, per i più scaltri “as a service”.
La videoconferenza non si vive più solamente nelle sale riunioni ma si vive alla propria postazione, anzi, nell’ottica BYOD, sul proprio device, sempre e ovunque.
La tecnologia che meglio interpreta tutti i driver di mercato citati (BYOD, Mobility, Personal Telepresence, integrazione nei processi, …) è rappresentata dalla soluzione Vidyo, non a caso nel Magic Quadrant di Gartner.
Tecnicamente parlando, la qualità del codec SVC e l’architettura distribuita di Vidyo sono 2 enormi valori aggiunti per rendere la Telepresence effettivamente Personal Telepresence, cioè fruibile sempre e ovunque, su qualsiasi device, per comunità diffuse (#scalabilità) sia as a Service sia onPremise.
Le APIs di Vidyo (Vidyoworks) permettono l’integrazione della componente video (videoconferenza, videostreaming, videorecording, video-on-demand) in qualsiasi processo, con qualsiasi applicativo di terze parti e in qualsiasi ambiente, per creare Soluzioni Taylor-Made.